I 5 cibi killer dell’Alimentazione Naturale

LA CRUDA VERITA’
I 5 cibi killer dell’Alimentazione Naturale
tratto dal minicorso di Marco:  
Lezione 5

Bentrovati in questa quinta e ultima lezione.
Ti avevo lasciato con una domanda importante, che mi ha fatto molto riflettere durante gli studi che ho fatto sull’alimentazione umana.
La domanda era:

Secondo te quante proteine contiene il latte umano?
Qual’è il miglior cibo per il neonato?

E’ ormai universalmente riconosciuto che il latte materno sia il miglior cibo per il neonato: ha la giusta temperatura, è sterile, ricco di anticorpi, contiene in forma assimilabile tutto ciò di cui un bambino ha bisogno per crescere, almeno nei primi sei mesi di vita.
E’ in sostanza un cibo completo sotto tutti i punti di vista: nutritivi, digestivi, metabolici, immunologici e psicologici.

La cosa straordinaria del latte materno è la composizione che cambia a seconda delle esigenze del bambino e della sua crescita progressiva.
Un’altra sorprendente sincronia della natura.

Si distinguono tre tipi di latte materno, che costituiscono tre diverse fasi di crescita del neonato:

  • Il colostro è prodotto nei primi giorni di vita del bebè, è ricco di proteine e sali minerali, ma ha pochi grassi e zuccheri: costituisce una sorta di sferzata di energia al neonato dopo lo stress del parto ed apporta la prima, essenziale copertura immunitaria;
  • Il latte di transizione, prodotto per circa 8 – 10 giorni, contiene meno proteine e sali minerali ed aumenta, di giorno in giorno, la sua composizione in zuccheri e grassi, fino a raggiungere la composizione del:
  • Latte definitivo, bianco opaco nell’aspetto e con composizione variabile nel corso dell’allattamento e di poppata in poppata, caratteristica che lo rende un cibo “vivo” e mutevole, mai uguale a se stesso.
Per questa sua ultima caratteristica di variare, in composizione e sapore,
a seconda della dieta materna, il latte della mamma abitua il neonato alla varietà di sapori: lo shock dello svezzamento potrà così essere meno
intenso.
La sto facendo lunga per farti capire quanta importanza diamo alle
proteine nella nostra dieta.
Vediamo quindi rapidamente alcune
sorprendenti curiosità.

La composizione del latte materno:

  • Acqua: ne costituisce l’87% del volume.
  • Grassi: la quantità di grassi nel latte varia, non solo a seconda della dieta della mamma, ma anche nel corso della giornata, rispettando la diversa necessità di grassi del neonato.
  • Sali minerali: il latte materno ne contiene circa un terzo di quelli del latte vaccino e per questo, limita il carico dei reni del bebè, che sono uno degli apparati più delicati perchè ancora in fase di adattamento e sviluppo.
  • Vitamine: anche in questo caso la vera caratteristica del latte umano non è la loro particolare quantità, ma la loro totale e facile assimilazione.
  • Zuccheri: prevale il lattosio che, in digestione, si scinde in glucosio e galattosio, quest’ultimo essenziale nella sintesi di alcuni costituenti strutturali del cervello e delle fibre nervose.
  • Fattori di difesa: il latte materno trasmette al neonato una copertura per molte patologie virali, allergiche e batteriche. Inoltre trasmette numerosi linfociti, cioè globuli bianchi, che raggiungono l’intestino del neonato e proliferano creando anticorpi specifici.
Proteine: se il latte vaccino ha circa il 3,5% di proteine, QUELLO MATERNO NE CONTIENE APPENA L’1-2%, ma sono talmente digeribili da essere facilmente e totalmente assimilate.

Questo dato è estremamente importante per capire il nostro fabbisogno proteico durante quell’età così critica.

Pensa che il neonato nel giro di 5 mesi 
e solo con il latte materno raddoppia il suo peso.
Le sue ossa, la sua muscolatura e tutto il resto raddoppiano di volume
assumendo solo l’1-2% di proteine dal latte materno.

Questa prova insieme a molte altre dimostra che non abbiamo bisogno di un esagerata quantità di proteine nell’età adulta. I nostri muscoli e le nostre ossa infatti sono già formate e quindi secondo la mia opinione dovremmo assumerne meno del 2%.

Anche per questo motivo è importante non esagerare con le proteine animali. Anzi l’idea alla base è quella di diminuirne drasticamente l’uso fino ad eliminarle completamente.

Nonostante l’uomo si sforzi di nascondere a se stesso la verità, la realtà è una sola (e la dimostreremo successivamente): Noi non siamo carnivori!

Analizzando con scrupolosità il corpo umano
e i suoi processi digestivi,
non si può che giungere a questa conclusione.

Per capire e convincersi di questo basta ragionare sul modo in cui l’uomo mangia la carne. L’uomo è costretto a camuffare questo cibo, non compatibile con il suo organismo, con un’ infinita quantità di salse e condimenti, non prima di averlo fritto o bollito o invecchiato, e trasformato in mille modi.

Se davvero l’uomo è un carnivoro
(come molti, anzi moltissimi, credono),
perché non mangia la carne come tutti gli altri veri carnivori, e cioè cruda?

Molti biologi e fisiologi sono d’accordo nell’affermare che l’uomo, in realtà, non è fisiologicamente “costruito” per mangiare carne, e offrono prove estremamente convincenti.

La classe dei carnivori:

  • Ha una struttura fisica predatoria: artigli e canini sviluppati;
  • Ha Intestino breve (solo 3 volte la lunghezza del tronco) e fortemente acido (10 volte di più di un normale erbivoro)

L’intestino breve, lungo 3 volte il tronco, serve ad evitare una sosta troppo prolungata della carne ingerita, in quanto essa è facilmente putrescibile. L’intestino breve inoltre è fortemente acido perché deve neutralizzare le sostanze tossiche presenti nella carne.

Vediamo come avviene la digestione della carne:

Una volta giunta nello stomaco la carne ha bisogno, per essere digerita, della secrezione di succhi gastrici ricchissimi di acido idrocloridico.

I carnivori, infatti, secernono grandi quantità di acido idrocloridrico, atto a sciogliere le ossa. Il tratto intestinale dove avviene l’ultima parte della digestione, che serve a far passare gli elementi nutrivi nel sangue, deve per forza di cose essere meno lungo possibile: si deve considerare, infatti, che il pezzo di carne altro non è che un cadavere in putrefazione che crea velenosi rifiuti all’interno del corpo.

Il carnivoro, quindi, deve liberarsene il più presto possibile. Il problema, per i non carnivori, è la lunghezza del tratto intestinale, che a volte è lungo addirittura 20 volte il tronco. Se i non carnivori mangiassero carne, questa rimarrebbe nel loro corpo un tempo troppo lungo, avvelenandoli.

Passiamo alla classe degli erbivori:

  • Struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi superiori per addentare frutti, e canini per dilaniare.
  • Intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima digestivo capace di trasformare e assimilare la cellulosa delle piante.

Gli erbivori secernono una quantità minima di acido idrocloridrico, non sufficiente a digerire del tutto la carne.

Poi c’è la classe degli onnivori, parenti stretti dei carnivori, che conservano una certa aggressività, e sono simili in molte caratteristiche fisiche ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i carnivori, poiché se nutrito di sola carne esso muore.

Adesso osserviamo l’uomo:

  • struttura fisica non aggressiva;
  • tubo digerente lungo 12 volte la lunghezza del tronco;
  • mandibole deboli e non pronunciate;
  • secrezione salivare idonea a digerire gli amidi;
  • dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere e addentare frutti e nei molari, piatti e robusti per macinare semi;
  • stomaco debole e poco acido, che non possiede gli enzimi adatti a neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dalla decomposizione della carne;

Inoltre il suo intestino ha bisogno di stimoli
che favoriscano il movimento peristaltico:
frutti, cereali ed ortaggi hanno queste capacità,
ma la carne no!

Fisiologicamente l’uomo è più simile ai mangiatori di piante e agli animali da pascolo e da foraggio (come le scimmie, gli elefanti e le mucche), che non ai carnivori come tigri e leopardi.
I carnivori, ad esempio, non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene regolata con il respiro accelerato e l’estrusione della lingua. Gli animali vegetariani, invece, sono dotati di pori sudoriferi per eliminare le impurità e regolare la temperatura.

Tutte coincidenze?

La domanda che molti si pongono è:

Senza la carne posso soddisfare
il mio fabbisogno giornaliero di proteine?

La disinformazione, in questo campo, raggiunge livelli spaventosi e con un po’ di ricerca si può scoprire che la maggior parte dei luoghi comuni che ogni giorno sentiamo sono soltanto falsità.

Le proteine sono composte di amminoacidi. Gli amminoacidi sono 22, di cui 14 “non essenziali” e 8 “essenziali”. “Essenziali” perché il corpo non può produrli autonomamente e ha bisogno di assumerli dai cibi.

Gli amminoacidi “essenziali” sono: leucina, isoleucina, valina, lisina, triptofano, treonina, metionina, e fenilalanina.

Fino agli anni ’50 la carne era considerata un’ottima fonte di proteine, in quanto contiene tutti e otto gli amminoacidi “essenziali”, ma al giorno d’oggi noi sappiamo che anche molti alimenti vegetali contengono tutti e otto gli amminoacidi (anche se non in proporzioni perfette), e in molti casi sono addirittura superiori, dal punto di vista nutrizionale, della carne.

In parole povere gli amminoacidi “essenziali”
esistono in abbondanza
in alimenti senza carne.

I cereali integrali, i legumi, i semi oleosi sono tutti concentrati di proteine; trenta grammi di lenticchie o di arachidi, ad esempio, contengono più proteine di un hamburger o di una bistecca di maiale.

Partendo dalla domanda provocatoria iniziale comunque ribadisco che non abbiamo bisogno di tutte queste proteine. Solo in una dieta di transizione consiglio di assumere un’elevata quantità di proteine proprio per rimpiazzare quelle della carne a cui eravamo tanto abituati.

Nel 1954 un gruppo di scienziati dell’università di Harvard intraprese uno studio specifico e scoprì che quando si mangiano insieme una certa varietà di verdure, cereali e legumi, la combinazione produce più dell’apporto necessario di proteine giornaliere.

Il loro rapporto giungeva alla conclusione che, a dire il vero, è piuttosto difficile seguire una dieta vegetariana senza superare il fabbisogno proteico del corpo umano!

Più di recente, nel 1972, il dottor F. Stare di Harvard ha condotto una propria ricerca sul consumo di proteine tra i vegetariani.

Le sue scoperte sono sorprendenti: la maggioranza dei soggetti osservati assumeva il doppio del proprio fabbisogno giornaliero di proteine.

Quindi la soluzione a moltissimi problemi di salute è ridurre drasticamente il consumo di carne e proteine animali. Ci sono numerosi sostituti della carne.

Cosa mangio al posto della carne?

Inizialmente ti consiglio di seguire una dieta di transizione che comprenda alimenti ad alto contenuto proteico di origine vegetale. Può andare bene:

  • tofu
  • seitan
  • temphe
  • grano saraceno
  • muscolo di grano
  • legumi (lenticchie, ceci, fave…)
Gradualmente poi ti consiglio di sostituire anche questi cibi cotti (e alcuni piuttosto elaborati e raffinati) con cibi più naturali possibile, nel loro stato originario, cioè crudi. Principalmente verdure a foglia verde scuro.

Aumentando la quantità di verde nella tua alimentazione
noterai dei benefici enormi.

Ovviamente ci sono dei trucchi per assumere tutta la gamma di amminoacidi (proteine) necessari alla salute dell’essere umano e spero presto di mostrarti qualcosa in proposito.

Nel frattempo spero che tutte queste informazioni che hai avuto siano state di tuo interesse, per lo meno per capire che la tua salute è molto correlata a ciò che mangi. Sicuramente adesso ne sei consapevole e puoi fare qualcosa per capovolgere la situazione.

Ti assicuro che oltre a liberarti dei fastidi che ti porti dietro da anni riacquisterai anche una vitalità e voglia di vivere straordinaria, ti sentirai meglio ogni giorno che passa e ringrazierai il giorno in cui hai deciso di diventare responsabile della tua salute.
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Termina qui il minicorso gratuito “I 5 cibi killer dell’Alimentazione Naturale”
Grazie per la gentile concessione di Marco. 
: I 5 cibi Killer dell’

Nella prima Lezione abbiamo parlato del primo Cibo Killer: 
Nella seconda Lezione abbiamo parlato  del secondo Cibo Killer:
Nella terza Lezione abbiamo parlato del terzo Cibo Killer:
Nella quarta Lezione abbiamo parlato del quarto Cibo Killer: 
Nella quinta Lezione abbiamo parlato del quinto cibo Killer: 

Sebastiano


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