Schiavi del Bisogno

DI JIDDU KRISHNAMURTI



Il bisogno è la voglia nascosta, che porta all’attaccamento. Il bisogno del sesso, del bere, della fama, del culto, con le loro complesse cause, il bisogno dell’autorealizzazione con le sue ambizioni e frustrazioni; il bisogno di Dio, dell’immortalità. Tutte queste forme di bisogno generano inevitabilmente quell’attaccamento che provoca dolore, paura e la sofferenza della solitudine.


Il bisogno di esprimersi attraverso la musica, attraverso la scrittura e la pittura e qualche altro mezzo, provoca un disperato attaccamento al mezzo dell’espressione. Un musicista che usa il suo strumento per conquistare la fama, per diventare il migliore, cessa di essere un musicista; egli non ama la musica ma la sfrutta. Noi ci usiamo a vicenda per i nostri bisogni e chiamiamo tutto ciò con nomi dal suono dolce. Da questo derivano disperazione e dolore infinito. Usiamo Dio come rifugio, come protezione, come rimedio ai nostri mali, e così la chiesa, il tempio con i suoi preti assumono grande significato, mentre non ne hanno nessuno. Noi usiamo ogni cosa, macchine e tecniche, per le nostre esigenze psicologiche, e non c’è alcun amore per la cosa in se stessa. Esiste amore soltanto quando non c’è il bisogno. La sostanza dell’ego è questo bisogno, e il costante mutare dei bisogni e l’interminabile ricerca, da un attaccamento all’altro, da un tempio all’altro, da una delega all’altra. La tendenza ad affidarsi a un’idea, a una formula, ad appartenere a qualcosa, a una setta, a un dogma è nella natura del bisogno, della sostanza dell’ego, e prende la forma delle attività più altruistiche. Si tratta di una copertura, di una maschera.


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