L'ego e la separazione

Appena nati, siamo tutt'uno con ciò che ci circonda; siamo i maestri di noi stessi, ed abbiamo piena coscienza della nostra essenza.

Ci importa solo di giocare con l'universo e condividere con gli altri le nostre gioie.
Siamo come i cristalli, abbiamo una memoria ed una forma che cambierà con la nostra evoluzione.

Questa forma sarà condizionata e plasmata da noi, e dagli agenti esterni, come una roccia a contatto con l'acqua. Possiamo immaginare le differenze, quando si tratti di acque di fiume o di oceano, anche se costituite dalla stessa sostanza.
Col trascorrere del tempo, cambieremo, evoluiremo ma… in cosa? Ma soprattutto in chi?


Ho notato questa trasformazione dopo circa 14 primavere trascorse sul nostro pianeta.
Eravamo tutti uniti fino a quel momento, eravamo "appena" tante scintille di luce di diverso colore e forma, ancora ci sentivamo parte della stessa fonte.

Ad un tratto ecco che si presenta davanti a noi una sorta di crocevia; siamo spinti a diventare "qualcuno". Esortati dalla società, ed anche dai nostri genitori, dovevamo prendere forma, che per la società attuale significa essere etichettati ed avere un "titolo", come: dottore, ingegnere, artista, professore, marito, moglie ecc…

Potrebbe sembrare qualcosa di giusto ed inevitabile, ed in parte lo è.
Il problema nasce dal fatto, che quanto più entriamo a farne parte e a diventare tutt'uno con la nostra veste sociale, più in fretta ci dimenticheremo del nostro vero "io", della nostra vera essenza.

Dopo poco tempo, ecco che si presenta a noi il nostro più falso amico ed alleato.
E' una presenza che ci segue come un ombra sin dalla nostra nascita, aspettando solo il momento giusto per presentarsi a noi ed accompagnarci per tanti, lunghissimi anni…

Eccomi! sono il tuo ego… finalmente mi hai incontrato.
Ti sarò sempre accanto e ti difenderò dai tuoi nemici.
Ti prometto successo in qualunque campo tu voglia cimentarti,
ed aiuterò sempre e solo te… perché io sono te.

Da quel momento, comincia la separazione… non ci sarà più un pensiero collettivo,
sarà appena: io sono, io penso, lui è, loro pensano…

Una precisazione: Non sto affermando che siamo tutti uguali e che dobbiamo pensare tutti allo stesso modo, è qualcosa di più sottile.

Mi riferisco al fatto che cercheremo solo il nostro bene, anche se ciò si rivolterà a discapito degli altri.
Ci sarà sempre una sorta di barriera protettiva tra te e gli altri, e nascerà la competizione…
che ovviamente la società insegna che è cosa buona e giusta.

Il vincitore - Il perdente.

Ci sarà l'inserimento di un altra costante nelle nostre giornate, il giudizio:
Guarda come si veste, guarda come parla, guarda il colore della sua pelle…
e la questione è solo una, l'importante è che a me vada tutto bene, degli altri…

Queste barriere sono la nostra rovina, soprattutto per il fatto che ci impediranno di crescere ed evoluire.

Immaginate ad esempio un Indio, o un Aborigeno, che cerca di trasmettere il proprio sapere millenario
(ad esempio riguardo la cura attraverso le erbe medicinali), con un dottore laureato a pieni voti.
Il dottore, come spesso accade, giudicherà (grazie alla falsa personalità dell'"io dottore"), l' altra persona come un poveraccio che non ha avuto la possibilità di studiare ed essere inserito nella società, affermando di non avere bisogno di alcun "upgrade" culturale e scientifico, giacchè lui è il medico, è lui che sa, è lui che è socialmente riconosciuto come guaritore.

Anche se il medico sa perfettamente, che ogni tipo di medicina e di cura,
nasce proprio da quelle conoscenze dall'origine dimenticata nei tempi, difficilmente ammetterà la sua "ignoranza" in materia. Continuerà con il metodo di cura tradizionale "ufficiale", l'importante è che lui possa sempre essere ben visto dagli altri e privato di ogni forma di giudizio negativo sulla sua persona, ovvero rinforzando e proteggendo il proprio ego, il suo falso "io".

L'ego, penso sia anche relazionato alla parte "rettiliana" del nostro cervello, ovvero l'intuizione istintiva della sopravvivenza. Non so in che modo o in che proporzione siano relazionati, entrambi sono generatori di elementi come paura, rabbia aggressione ecc.

Se abbiamo dentro di noi certe tipologie di istinti, per una questione fisiologica, c'è anche un perché…
ad esempio senza di loro, potremmo dimenticare di mangiare, di bere, di dormire;
potremmo anche farci la pipì addosso! :)

La questione dell'ego, e sul chi siamo realmente, penso sia la nostra prima ricerca da fare dentro di noi;
per la complessità dell'argomento, credo che questa ricerca possa durare addirittura tutta una vita o anche di più ;)

Cerchiamo di riconnettere noi stessi alla nostra vera "entità", come la goccia d'acqua ritorna a ricongiungersi all'oceano.

Ti auguro ogni felicità, e di ritrovare te stesso.

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